Quando ero piccolo
Vedevo l’Assoluto
Poi arrivarono loro
Ad insegnarmi
L’assoluto-qui:
Mi insegnano
A sfondare gli specchi
Con la mia fronte
Ad aguzzare
La mente-sasso
Che scintilla
Possa accendere
Il mio futuro radioso!
Mi insegnano
Che bisogna fidarsi
Dei soldi,
Che bisogna battere
Le pecore
Perché ti ammirino.
Che devi ingoiare
L’emozione
Ed essere di marmo
Inscalfibile
Affinché il vento
E l’acqua
Siano gli alleati
Del proprio tornaconto,
Della propria dignità
Umana.
Mi insegnano
Che il peso del bambino
Assoluto
È inversamente proporzionale
Al progresso.
Ed io ci credo!
Mille mila soldoni
Scorrono tra le mani
Del bambino
Che ride,
Immaginandosi
Di progettare
Castelli di carta
Con quella carta straccia.
E poi c’è la pancia
Che ricorda
Che non si può mangiare
La fantasia
E nemmeno l’amore.
E il sistema ti piglia
Per fame
E donne pagnottine
Dolci instagrammate
Fanno gola ai lupi
Broker dalle narici imbiancate.
E il bambino si domanda
Quale morale a questa favola?
Nevica sempre d’estate
E tutti si agitano!
Che sia primavera allora,
Che nevichi!
Io corro la maratonda
E progetto nuovi castelli.
Voi ingozzatevi
Bamboccioni
Gottosi.
Il mio Bitcoin
È proprio qui
In queste parole
Senza pretesa.
Quoterete in borsa
Anche il mio
– incommensurabile –
Amore?
O la mia spregevole
Consapevolezza?
Non avete paura?
Io sì, del buio
E dell’ingordigia.
Vi svelo un segreto:
Si muore tutti
E la bara confortevole
È per le ossa marce!