Month: luglio 2021

SPAVENTO ASSENSO

L’eco delle risate
(Le bestemmie)
Fuori

– fiori –

Lo starnazzamento
Dentro
Petali neuroni

Cadono

E rido
A vedere
Galline beccarsi

Galli innalzare le creste!

La peste
Inoculata nel cervello
Lo sproloquio

È il nuovo comandamento

Il vento ha più peso
Specifico
Delle nostre anime.

Mentre l’egoismo
Trangugia
Le ultime fette

Dell’Umano

Rido!

Perché la risata
È presa di coscienza

Del deficiente consapevole.

Lascio ai gladiatori
Scuoiare le bestie

E aspetto nuovi imperatori
A tracciare nuove vie

Improbabili.

LE STORIE DI IERI

In questi giorni di caroselli – oltre a sventolarla – sarebbe doveroso capire il significato di una bandiera. E c’è solo un modo per farlo: sviscerarne la storia.

“E i cavalli a Salò
Sono morti di noia
A giocare col nero
Perdi sempre
Mussolini ha scritto anche poesie
I poeti, che strane creature
Ogni volta che parlano
È una truffa”

Ahi serva Italia con tutte le tue contraddizioni! Amarti acriticamente vuole dire odiarti facilmente, non appena qualcosa muterà la prospettiva. Non ti amo, né ti odio: continuo a cercare di capirti, perché sono una tua cellula. Sono frammento di questo Paese frammentato in Paesi.

Sei oggettivamente stupenda, mia cara Aida, perché fatichi ancora a comunicare con te stessa e nelle tue ennesime peculiarità sei riuscita a custodire un’enorme ricchezza. Quasi inaccessibile, sicuramente contorta, perciò inarrivabile!

(citazione tratta da: Le Storie Di Ieri – De Gregori, 1974; poi inserita nell’album Volume 8 di Fabrizio de André)

Positività

Celebra la morte
Del Poeta
Lascia appassire
I suoi
Versi innocui

– assetati di sangue –

Quel sangue
Che irrora
Le vene, i seni
Curve pericolose
Sguardi languidi

Lo scintillio della plastica.

Muori poeta
Lascia marcire
I tuoi versi:

Il poeta morto
Ricorda.

L’Italia vinse due Mondiali
Prima d’essere maciullata

Colonizzata

E dimenticata.

Riaffiorarono i versi
Sulle lastre di marmo.

Quando l’Italia chiamò
E le medaglie smarrirono

Il proprio valore immenso.

E i poeti zombie
Tornano nelle cripte.

URBINO

Tornare a fiorire
Dimenticare Il superfluo
Accumularlo
Per poi dimenticarsene
Ancora
La carne ricorda
Sferza con le sue fitte
Rimugina
Accarezza il presente
Mai sazio
Mai sondato
E vedi le rughe
Scorrere
I brufoli
Eruttare
Sulle facce
Della nuova generazione.
Sono i nei
A marchiare
Quel ricordo
Che ingigantendosi
Ti può uccidere
Oppure tracciare
Nuove mappe
Sulla cartografia
Della nostra pelle.

Devi smetterla
Di cercare mappamondi
Devi smetterla
Di fossilizzarti

In leggi.

Devi essere
Come questa bolla
Sempre in procinto
Di esplodere

Ma capace di riflettere

L’arcobaleno.