Condannati a somigliarci

Testimonianza Frammentaria n°11 (Condannati a somigliarci)

Sciamannare
di candide artritiche
sembianzesilhouette,
scarne in carne
sperse e immerse in forme
inoppugnate.

Nei meandri del respiro
che proferisce insieme
alle tue parole, ho esperito
la frazione di assoluto,
quando l’anima libera,
come spietata alba,

sonda l’immensità
della tua dolce essenza.

Antinomia di violini,
svirgolettate d’onniscienza,
apparente meticolosità

dell’inerzia della macchina –

Ma qui, per sempre,
all’anima tua,
libera, alata e svincolata

(dal beffardo giogo)

dedico ogni intuizione,
ogni infinitesimale luccichio
di beltà, di fierezza,
di vento che spettina
distese di lande infinite –

Infinite, sì,
come questo assoluto
guazzabuglio.

Traguardo e partenza,
illusione e povertà,
stimolo e ostacolo;

respirate, sapete?

Centellinati come granuli
di sabbia, forzati al lento sbiadire,
ad una futile perdizione.

L’erroneo condannarsi,
la fatale tentazione
di primeggiare, sul nulla.
Imputandoci di essere schiavi,
temiamo l’essere padroni:

la libertà non si eredita,
si conquista.