René Magritte

BOOM (…e-basta!)

Uno spiraglio
(occhi/stringono!)

Lo spiraglio
(mani/vedono!)

Il mare
(sentiti/accogliti!)

Onde molecole
(innalzati/distruggi!)

Urge poesia
(esserlo-qui!)

Canta l’oltre
(esserlo-ora!)

Penetra il velo
(emergi-alla-luna!)

Sole simbiosi
(muori/immortale!)

Fuoco di senso
(orgie/ispirazioni!)

Esplodi in scintille
(feconda/domani!)

Lasciami andare
(sparami-in-oltre!)

Odora di sempre
(destrutturami/liberami!)

Sei raggi di-versi
(io-mani/occhi!)

L’amore è addii
(vietato-scemare!)

Esplodi e ritorna
(sii-onde-di-sole!)

Fibra di poesia
(corpo/spiraglio!)

Più oltre non posso
(distruggimi-ancora!)

Carne elettrica
(scintilla-consapevole!)

Sublime straziate
(ti-stringo-con-gli-occhi!)

Irradia ricordi
(rinasci-mi!)

Vedersi con mani
(esplodiamo/oltre!)

Squarciamo la tela
(siamo-sempre-siamo-mai!)

La soglia

In quello schizzo di stelle
la meticolosità del caos –
ritrovo la vicinanza più intima
viscerale, insita
nel groviglio di nervi
fasci e reazioni,
l’elettricità di carne
che si discioglie
in sostanze microscopiche.
Alle volte sono come
annegato nella densità
del vuoto di quel risucchio
insostenibile;
quel nero, o forse quel nulla
oppure quel suono fagocitante,
quel sonno che promette
l’eterno
il silenzio che si è auto-definito
D – I – O:
così ammaliante,
annichilente,
addomesticante.

In quello schizzo astrale
di stelle – mon Dieu! –
rivedo il senso
della mia insensatezza,
i ghirigori della ragnatela,
geometrici accenni
d’una perfezione paradossale:
la divina finitezza.

Una virgola in carne ed ossa,
l’elettricità dei nervi i verbi.

Monologo incompiuto
il soliloquio dell’Uno.