Uno sclero, una sintesi
Una parentesi,
Un divario sincopato.
Per ricordarmi
Che di fuggevoli
Espressioni
Devo nutrirmi,
D’interazioni
Sopravvivere
Da frustrazioni
Reagire…
È come se non accettassi
Chi mi dice d’accettare
Passivamente.
Non posso accogliere bellezza
Che non sconvolga
Né trattare con il benessere,
Né con l’emozione,
Né con le parole.
Vi uso come mi uso
Come ci usiamo
Ma se solamente gli occhi
Potessero cogliere il vuoto
Che ci risucchia…
Non ci sarebbe poesia,
Solo latrati, suoni al vento,
Sensazioni utopiche
Limitate
Dell’animale storpio
Che sogna d’implodere
Nelle sue percezioni
Che non capisce
L’ambizione
Perché del limite
Ha fatto dimora.
Giammai!