Ho perso la mia coda
di lucertola –
era la mia preferita.
Così ho perso
la voglia di gustare
un’alba, anzi
l’ho dimenticata
come ho dimenticato
le bugie che mi hanno
otturato e stuprato
le orecchie. Che mi
stuprano e mi otturano
le orecchie tuttora.
Forse ho paura
d’essere investito
dalla prima luce.
Pallido mostriciattolo
non oso mostrarmi.
(Amo pavoneggiarmi,
ma nelle segrete stanze).
Non sento, mi impongo
di ascoltare perlopiù:
ciclamini zoroastriani
zarathustras on the rocks
il mondo a testa in giù.
Gli arabi l’han disegnato
e noi coloreremo.
Infausti Faust festanti
infesteranno le case
e le femmine,
gli sciupafemmine evirati.
Un monologo sproloquiante
e nulla più? Infra i codici
i flussi, flutti di coscienza,
incoscienza disaddomesticata
mefistofelicizzante…
Il Regno s’è disciolto,
così i ghiacci, così il Mana,
così son sveglie le narici del Gigante.
Parlate, parlate e sproloquiate
anche voi, fino a zittirvi!
Il Dominio del troppo ciarlare –
il Diavolo è il signore delle Mosche,
il Tempo è Spazio avido e fagocitante.