2017

La perdita del rumore archetipico

È successo di nuovo:
sganciato e rarefatto
sento i filamenti
dell’essere, degli esser-ci
contorcersi –

così più vero il suono,
non nel senso del suo senso
ma il rumore del sentimento

antecedente alla presunzione
di saggezza:

è successo di nuovo!
Un balzo indietro
e sei due passi avanti.

Sht! O non si coglie
il fruscio dell’ombra,

si scioglie nel ciacolare
are, are

e BUM! Ecco l’ombra ritornare!

Appunti Disaddomesticati

Ho perso la mia coda
di lucertola –
era la mia preferita.
Così ho perso
la voglia di gustare
un’alba, anzi
l’ho dimenticata
come ho dimenticato
le bugie che mi hanno
otturato e stuprato
le orecchie. Che mi
stuprano e mi otturano
le orecchie tuttora.
Forse ho paura
d’essere investito
dalla prima luce.
Pallido mostriciattolo
non oso mostrarmi.
(Amo pavoneggiarmi,
ma nelle segrete stanze).
Non sento, mi impongo
di ascoltare perlopiù:

ciclamini zoroastriani
zarathustras on the rocks

il mondo a testa in giù.
Gli arabi l’han disegnato

e noi coloreremo.

Infausti Faust festanti
infesteranno le case

e le femmine,
gli sciupafemmine evirati.

Un monologo sproloquiante
e nulla più? Infra i codici

i flussi, flutti di coscienza,
incoscienza disaddomesticata

mefistofelicizzante

Il Regno s’è disciolto,
così i ghiacci, così il Mana,

così son sveglie le narici del Gigante.

Parlate, parlate e sproloquiate
anche voi, fino a zittirvi!

Il Dominio del troppo ciarlare – 

il Diavolo è il signore delle Mosche,
il Tempo è Spazio avido e fagocitante.

L’oro nel marcio

Tracannarsi fino ad isolarsi
divorarsi, sacrificarsi.

L’autolesionismo è imperante
là, dove a trionfare è il benessere.

Curiosi ammassi

di impasti di nervi, di reazioni
chimiche e fisiche oblique:

non c’è musica che tenga,
è Musica è Musica!

È il rumore riconquistato.

Il suono della terra
che attacca alla vita

i dispregiati “morti di fame”.
La dignità della sopravvivenza

sputata in faccia al Miles Gloriosus:

giacca, cravatta
e narice imbiancata.